Pubblicazione Trattato di Sukkà
02 Dicembre 2022
Con grande piacere annunciamo la pubblicazione del trattato di Sukkà (Capanna) del Progetto Traduzione Talmud Babilonese.
Edito dalla Casa Editrice Giuntina, il trattato di Sukkà è stato curato dal Presidente del Progetto, rav Riccardo Shemuel Di Segni. Disponibile già in tutte le librerie e nei canali di vendita digitali, questo trattato affronta il tema della festa di Sukkòt, una festa gioiosa che racchiude un intenso valore simbolico. Sukkòt è la terza tra le feste di pellegrinaggio prescritte dalla Torà, dopo Pèsach (Pasqua) e Shavu’òt (Pentecoste); è una festa che dura sette giorni e si caratterizza per due regole principali: la “sukkà” e il “lulàv”.
La prima regola riguarda la Sukkà, la capanna: nella Bibbia c’è l’obbligo di trasferirsi nei giorni della festa di Sukkòt dalla propria abitazione in una abitazione temporanea, il cui elemento distintivo è un tetto, realizzato con materiali vegetali.
Il motivo di questa regola è specificato proprio nella Torà ed è quello di ricordare che quando gli ebrei uscirono dall’Egitto dimorarono in capanne, abitazioni precarie, e vi rimasero per i quaranta anni di peregrinazioni nel deserto prima dell’ingresso nella Terra promessa.
Il precetto del “lulav” invece consiste nel prendere quattro specie vegetali, che la tradizione specificherà essere cedro, palma, salice e mirto, recitare la benedizione specifica e agitarle nelle giornate festive.
Durante la festività di Sukkòt secondo la tradizione biblica si offrivano in sacrificio settanta tori, simbolicamente interpretati nella tradizione rabbinica come i popoli della terra.
Il trattato, iniziando la trattazione con una discussione ordinata sui due precetti principali, e finendo con un racconto nostalgico su tutto ciò che avveniva nel Santuario prima della sua distruzione.
In conclusione, Sukkà è un trattato per molti aspetti tecnico che si dedica all’esame delle regole principali della festa di Sukkòt, ma ha anche un grande respiro storico con ricordi di vita vissuta al cuore dell’antica pratica religiosa ebraica e che apre ogni tanto delle finestre narrative suggestive.